21 giugno 2007

Apocalypse now

Nelle sale della National and University Library di Gerusalemme viene in questi giorni esposto un manoscritto di Isaac Newton, quello della mela in testa che gli ha fatto venire un’idea che ancora adesso ce lo fa ricordare. Beh, direte voi, e a noi che ce ne frega? Cialtroni e incoscenti! Disgraziati! Stolti! In quel manoscritto del 1704 il vecchio Isaac mette nero su bianco la data dell’Apocalisse, il giorno della chiusura del Grande Gioco! Huston avremo un problema, e ce l’avremo nel 2060! Dalle parole del profeta Daniele ed in base a semplici calcoli matematici, l’indubitabile genio di Isaac ha ricavato la fatidica data, e se l’ha detto l’autore dei Principia mathematica, io ci credo! Nel 2060 avrò soltanto 98 anni, e i progressi della medicina mi fanno ritenere che sarò uno splendido vecchietto ancora in grado di dire la sua, cioè la mia… ma ora un solo pensiero mi tormenta, una sola ossessione: come arrivare preparato al Grande Crac. Certo non mi succederà quello che accadrà a molti di voi, cioè di restare inceneriti sulla tazza del cesso con la Gazzetta dello Sport tra le mani, o in colonna sull’A4 con l’indice infilato nella narice destra o sinistra a seconda della necessità… ovviamente mi sputtanerò tutta la pensione a Las Vegas, poserò accanto ai finti Centurioni Romani che sostano all’ingresso del Caesars Palace, ma al momento buono sarò colto dall’Agnello in un impeccabile completo fumo di Londra, camicia Brooks Brothers, scarpe Clarks …. Poi, seduto sul terrazzo di casa, stapperò una bottiglia di Brunello Gran Riserva invecchiato in botti di rovere di Slavonia, capienza 120 ettolitri: non tollererò approssimazioni… tra le labbra un’impeccabile pipa Castelli del 1956, stipata di nettare afgano, spanderà il suo aroma deciso, secco, con quel vago sentore terrigno, scabro, adattissimo al momento… certo, se il buon vecchio Isaac ha preso una cantonata…

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