13 aprile 2008

Juno


Per ingannare il tempo sospeso dell'attesa elettorale, che c'è di meglio di un film al cinema? dunque Juno capita a proposito. Per prima cosa mi vien da chiedermi che cosa ci abbia visto Ferrara in questo film per farne il manifesto ideologico di una campagna pro-life (come la chiama lui). La protagonista sceglie di non abortire con ancor meno "ragioni" di quelle che l'avevano spinta a recarsi in un consultorio per prenotare l'intervento. Semplicemente non le garbano l'ambiente e l'impiegata della reception, per cui sai che c'è? mi tengo il bimbo e lo do in adozione ad una coppia che mette annunci sul giornale. Dunque le tesi contrapposte di Ferrara (il film è pro-life) e di Natalia Aspesi (il film è pro-choice) appaiono entrambe infondate e pretestuosamente ideologiche. A me sembra che il film metta in scena invece l'insostenibile leggerezza delle scelte che la ragazza-madre (una deliziosa e bravissima Ellen Page) si trova a dover prendere in assoluta solitudine. Naturalmente Juno ha la fortuna di muoversi in un paese che le consente di affidare il nascituro ad una coppia, in un primo momento, e poi alla donna che - abbandonata dall'inaffidabile marito - rimane sola. Senza interventi del Vaticano obiezioni di coscienza bipartisan, anni di trafile burocratiche ecc.... così semplicemente perché è la cosa migliore da fare in quel momento. Juno, perennemente in bilico tra stupidità adolescenziale e maturità di piccola donna, prende caparbiamente e limpidamente le proprie posizioni e allo spettatore non viene neanche la tentazione di giudicarla. Tutto pare scorrere come se non potesse accadere altrimenti e - questo è il limite del film - non siamo mai sorpresi ma sempre consolati dallo svolgimento narrativo. Se volete sentirvi abitanti di un mondo migliore, andate a vederlo!

7 commenti:

onan ha detto...

la mia poca simpatia per il cinema "indie" (roba alla Napoleon Dynamite o alla Little Miss Sunshine) mi ha frenato. Ma se lo dici tu: allora lo vedrò.
Tra le tantissimi che sono state scritte su come Ferrara abbia potuto la più carina è:
"Associare questo film all' anti-abortismo è come pensare che gli Eagles Of Death Metal siano una band Death Metal".

Anonimo ha detto...

Beh, se non ti piace il cinema "indie"... questo lo è al 100%, vedi tu!

Anonimo ha detto...

Una splendida recensione pro-life. Create un ambiente ospitale alla vita (indipendentemente dal fatto che la si voglia gestire o meno), togliete tutte quelle pasotie burocratico amminsitrative laiche e vaticane e nasceranno più bambini. E forse questo è più bello del fatto che ci siano più aborti.

Anonimo ha detto...

se tu avessi visto il film capiresti che (come scrivo) il film non è a tesi (pro life) ma racconta una storia nella quale passati i primi cinque minuti (quelli della scelta di Juno) si parla anche e soprattutto di altro e quindi l'innalzarlo a vessillo per una battaglia ideologica è un'operazione intellettualmente disonesta. Che poi mettere nelle migliori condizioni una donna di scegliere di non abortire piuttosto che farlo sia la più desidereabile delle situazioni, beh non credo sia oggetto di disputa...

Anonimo ha detto...

Non ho dubbio alcuno sulla tua lettura.
Mi aveva molto colpito il passo in cui dici che "Juno ha la fortuna di muoversi in un paese che le consente di affidare il nascituro ad una coppia, in un primo momento, e poi alla donna che - abbandonata dall'inaffidabile marito - rimane sola. Senza interventi del Vaticano obiezioni di coscienza bipartisan, anni di trafile burocratiche ecc.... così semplicemente perché è la cosa migliore da fare in quel momento." Ecco, questa cosa qui tua e non necessariamente del film mi sembrava molto pro-life

goodnight ha detto...

Quando ho sentito Ferrara parlare molto bene di Juno, ho pensato che fosse una dieta.

Anonimo ha detto...

La smetti di vedere i miei stessi film, fra l'altro quasi negli stessi giorni, e soprattutto di scriverne sul tuo blog? Che fai, mi copi? ;-)

p.s. Sono d'accordissimo con te. Ferrara ha sbagliato proprio film.