22 giugno 2008

Una banale straordinarietà


Sono nella posizione migliore per osservare: ultimo banco a sinistra, ultimo posto incastrato tra il muro ed il confessionale. Davanti a me circa duecento persone gremiscono la chiesa di quartiere, è una domenica mattina con temperatura gradevole, e mi predispongo di buon grado ad onorare il battesimo dei gemellini figli di un mio carissimo amico. Ma c'è qualcosa che non quadra, non ho ancora capito cosa, ma una strana inquietudine si fa strada gradualmente nel mio stato d'animo. Ci sono: chi è l'unico imbecille vestito di tutto punto con completino in lino blu scuro, camicia azzurra e cravatta? Ma io naturalmente! Unico su un centinaio circa di uomini agghindati con tutte le combinazioni possibili tra camicie a maniche lunghe, corte, un po' lunghe e un po' corte, a colori, a disegni stampati oppure, per i più giovani, magliette con le scritte belle grandi. Nell'indecisione se sentirmi un baluardo della civiltà occidentale o un imbecille ancora una volta inadeguato alle circostanze, vago disperatamente con lo sguardo di fila in fila. Possibile? Neanche un completo verde pistacchio con camicia rosa e cravatta gialla? Beh, dov'è finita l'etichetta, il semplice rispetto per la gioiosa sacralità di un battesimo? Dov'è il rispetto del luogo e del momento che è anche rispetto per se stessi? Che, siamo al mercato? L'idea di scacciare i mercanti dal tempio a pedate nel sedere mi sfiora in un brivido di perverso piacere, ma dato l'ingombrante precedente storico, recedo dal mio intento. Improvvisamente sento una gran voglia di messa in latino, inginocchiatoi scomodi, digiuni e cilicio. Ovviamente da buon non credente, sono animato da un profondo rispetto per la religiosità e per la tradizione... dunque m'indigno: oddio, non starò mica diventando Giuliano Ferrara? Come se non bastasse, la cerimonia è “allietata” da un'allegra combriccola di schitarratori che hanno la bella pensata di grattuggiare le corde delle chitarre di tanto in tanto, producendosi in stacchetti da serata dei Telegatti. Tra me e me invoco un ritorno della pena di morte, per i casi più efferati s'intende, come appunto le schitarrate a messa. Niente, niente... no ecco, non tutto è perduto... nelle primissime file... un signore distinto e serenamente distaccato: sfoggia un dignitoso abito con dignitosa cravatta, ecco, lo riconosco: è un signore di antica borghesia liberale, mio fratello nel grande oceano di sciatteria multicolore, e la nostra banale straordinarietà mi consola.




4 commenti:

Anonimo ha detto...

... intriguing ...

a bim beri ha detto...

Hai ragione in vaticano a san pietro non mi hanno fatto entrare perché avevo i bermuda.

Anonimo ha detto...

reboman: hanno fatto bene!

goodnight ha detto...

beh, di fatto lo stile richiede giacca con cravatta e camicia con gemelli...