01 luglio 2008

angeli perduti






C'è tutto il Wong Kar-wai che piace a me in questo film del 1995: imperfetto e "stonato", liquido e distorto, intimista e d'azione, freddo e caldo blu e rosso. C'è tutta la scenograficissima pioggia e ci sono tutte le indispensabili sigarette. Se si superano le ridondanze che accompagnano sempre i suoi film, resta il magistrale racconto per immagini, stiloso e definitivo, acido e lirico. Vedendo i suoi film ci si fa l'idea che Wong Kar-wai sia essenzialmente un visionario, cioè autore di visioni pre-testuali e dunque di grafie puramente cinematografiche a sostegno di storie invariabilmente poggiate sul melodramma tradizionale. In questa convivenza tra forma visiva estremamente (post) moderna e quella testuale decisamente retrò si gioca tutto il fascino dei suoi film. Insomma non per tutti ma per me sì.

1 commento:

Anonimo ha detto...

fossi ghezzi, mi preoccupererei.