28 marzo 2008
26 marzo 2008
mi sento come
molte trasmissioni televisive, con imbarazzante compattezza, paventano compiaciute un nuovo 1929. Naturalmente affollate di specialisti che spiegano che certamente sì, anzi certamente no, anzi certamente forse... io, uno tra i molti che non avendo nulla da perdere teme di perdere anche quel niente, mi sento come Morgan in questo intenso ritratto tv.
23 marzo 2008
rifacimenti
21 marzo 2008
daria cool
18 marzo 2008
16 marzo 2008
14 marzo 2008
13 marzo 2008
10 marzo 2008
scaricato
Senti Walter, questa storia dei giovani mi sta veramente facendo girare i cosiddetti, leggo sul sito del PD (a proposito, ti ricordo i due euro che ho sganciato alle primarie) che “Studenti universitari fanno ala all'ingresso del Teatro della Fortuna, la platea è gremita di un vivace pubblico under 30”, “Veltroni accende i giovani che lo ascoltano” “Ma il Partito democratico è il partito del futuro, dei giovani, intercetta il bisogno di novità delle nuove generazioni.” Le vecchie generazioni ringraziano, siccome io ho ancora (spero) un futuro ma tutto da vecchio, vorrei sapere che posticino occupo nei tuoi giovanilissimi pensieri, dietro al giovane industriale, al giovane operario, alla giovane ricercatrice universitaria s'intende. Walter, hai costruito il tuo charme giocando sporco sui sentimenti, mi hai fatto comprare tutta la raccolta delle figurine Panini allegata all'Unità di cui eri direttore, mi hai fatto commuovere come un idiota davanti alle figurine di Palanca e di Anquilletti, di Faloppa e di Zigoni di Cuccureddu e di Lido Vieri, mi hai fatto credere che il culto del passato e gli omaggi alla memoria fossero valori sdoganabili perfino a sinistra, ho condiviso la Nutella con te e (l'allora) giovane Moretti e tu come mi ricompensi? scaricandomi come un Ciriaco De Mita qualsiasi che, detto per inciso, ha fatto bene a darti del cinico... con tutti i tuoi “ma anche” ti dimentichi di dire che il PD è il partito dei giovani “ma anche” degli over 45, come se non ti fosse evidente che il mondo è pieno di giovani imbecilli (guardi mai il Grande Fratello?) e di ottime Dentiere Pensanti, “ma anche” il contrario s'intende... siccome voglio farmi del male, clicco sul link che porta ad una serie di brevi video interviste ai famosi giovani del PD: comincia Matteo Colaninno, giovane industriale che infila in sequenza “cultura del fare... cultura dell'innovare.... cultura dell'impresa” ragazzo, il Cav. ci spiattellava tutta questa cultura già ai tempi della “discesa in campo”. Poi passiamo a Marianna Madia, giovane ricercatrice che non va più in là di svariati “noi ggiovani” e “ripartiamo dai ggiovani”: intanto hai 33 anni ma che cazzo dici che sei “ggiovane”?, infine chiude Pina Picerno giovane non so cosa che dice, udite udite: “...Walter Veltroni, che è capace di riempire di senso una vita intera, la mia l'ha riempita davvero...” giuro che l'ha detto. Walter, se sono questi sei fottuto, ascoltami, ripensaci, si può fare...
09 marzo 2008
06 marzo 2008
04 marzo 2008
02 marzo 2008
non è un paese...
Un'America desertificata, scarnificata e spettrale nella magistrale mise en espace dei fratelli Coen ci regala uno dei film più originali e intensi degli ultimi anni. Lavorando per sottrazione i Coen svuotano ogni fotogramma da qualsiasi elemento decorativo e inessenziale lasciando in scena soltanto ciò che è necessario alla narrazione. Ogni immagine viene percepita dallo sguardo dello spettatore come definitiva e narrativamente autonoma, ogni immagine è immagine chiave per decodificare ciò che semplicemente appare. "Non è un paese per vecchi" asciuga la gola e rallenta il battito delle ciglia, ti pone fuori perchè non c'è nessun dentro a cui appartenere, nessun appiglio a cui aggrapparsi, l'unica ciambella emotiva sembra essere lo sceriffo interpretato da Tommy Lee Jones, ma è una ciambella bucata aggrappati alla quale si affonda con lui. Javier Bardem pietrifica, in un solo sguardo, uno degli psicopatici più disarmantemente convincenti della lunga tradizione cinematografica americana. Totalmente privo di colonna sonora quasi a volerne sottolineare la forza puramente iconica, "Non è un paese per vecchi" dà volti e gesti a tutta la migliore letteratura che guarda dentro al pozzo dell'incubo americano, e che ha come suoi maggiori interpreti Cormac MacCarthy, dal cui libro è tratto il film, e James Crumley. Filmando l'intermittente amoralità dei suoi protagonisti (Josh Brolin si mette nei guai per un pentimento e un inutile gesto di pietà quando porta l'acqua al messicano morente) e smascherando l'alibi del Caso, (Bardem chiede alle sue vittime di giocarsi la vita a testa e croce ma Kelly Mc Donald si rifiuta dicendogli "sei tu che decidi") i Coen non abbandonano un punto di vista profondamente morale che non vive nei personaggi ma nei sussulti di un'umanità ormai corrotta e disperata. Ah, tutto un giro di parole per dirvi: andate a vederlo!