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Per ingannare il tempo sospeso dell'attesa elettorale, che c'è di meglio di un film al cinema? dunque Juno capita a proposito. Per prima cosa mi vien da chiedermi che cosa ci abbia visto Ferrara in questo film per farne il manifesto ideologico di una campagna pro-life (come la chiama lui). La protagonista sceglie di non abortire con ancor meno "ragioni" di quelle che l'avevano spinta a recarsi in un consultorio per prenotare l'intervento. Semplicemente non le garbano l'ambiente e l'impiegata della reception, per cui sai che c'è? mi tengo il bimbo e lo do in adozione ad una coppia che mette annunci sul giornale. Dunque le tesi contrapposte di Ferrara (il film è pro-life) e di Natalia Aspesi (il film è pro-choice) appaiono entrambe infondate e pretestuosamente ideologiche. A me sembra che il film metta in scena invece l'insostenibile leggerezza delle scelte che la ragazza-madre (una deliziosa e bravissima Ellen Page) si trova a dover prendere in assoluta solitudine. Naturalmente Juno ha la fortuna di muoversi in un paese che le consente di affidare il nascituro ad una coppia, in un primo momento, e poi alla donna che - abbandonata dall'inaffidabile marito - rimane sola. Senza interventi del Vaticano obiezioni di coscienza bipartisan, anni di trafile burocratiche ecc.... così semplicemente perché è la cosa migliore da fare in quel momento. Juno, perennemente in bilico tra stupidità adolescenziale e maturità di piccola donna, prende caparbiamente e limpidamente le proprie posizioni e allo spettatore non viene neanche la tentazione di giudicarla
. Tutto pare scorrere come se non potesse accadere altrimenti e - questo è il limite del film - non siamo mai sorpresi ma sempre consolati dallo svolgimento narrativo. Se volete sentirvi abitanti di un mondo migliore, andate a vederlo!